D I
S S I
M I L
I T U
D I N I
MOSTRA
D’ARTE CONTEMPORANEA
a
cura di SALVATORE ENRICO ANSELMI
DINO
IGNANI
FOTOGRAFIE
RITRATTI
DI ARTISTI
MARIA
PIZZI
VIDEOARTE
TEATRO
IN FUMO ovvero A FUMETTO
MARIA
GRAZIA TATA
INSTALLAZIONI
LE
OMBRE DEI SOGNI
SCUDERIE DI
PALAZZO CHIGI ALBANI
SORIANO
NEL CIMINO (VITERBO)
02
LUGLIO – 07 AGOSTO 2016
INAUGURAZIONE
02 LUGLIO 0RE 17
APERTO
SABATO E DOMENICA
10.00-13.00
/ 16-00-19.00 altri giorni su
appuntamento, per info 3498774548
Unità nella divergenza, similitudine
nella precipua e originale ricerca delle tecniche e dei linguaggi. Atti
distintivi e nel contempo convergenti, separazioni per gradi, per tre gradi
ravvicinati, nell’intento di raccordare tre ‘luoghi’ dell’espressione.
D I S S I M I L I
T U D I N I ravvisa
la potenziale concordia di strutture linguistiche non sovrapponibili ma
omologhe, contigue nell’esercizio e nell’attitudine di ravvisare elementi
compatibili e concordi senza sottrarli al proprio sistema comunicativo.
Maria Pizzi realizza video-installazioni,
mette in movimento asintattico fotografie e immagini oniriche, introiezioni
dell’esperienza ed epifanie del ricordo. Riedita con disincanto suggestioni da
neo-avanguardia, travisate con interferenze pop e incursioni filmiche. Accelera
in sequenze affastellate i lacerti delle esperienze esperite e riflesse.
Graffia, abrade e oblitera per evincere alla fine che l’azione di azzeramento
forse era innocente e ludica.
Maria Grazia Tata percorre le stazioni di un
rarefatto avanzamento nel minimalismo degli accenti, delle misure, degli
assemblaggi. La riduzione è sintesi che non azzera, è verbo annunciato con
facondia parsimoniosa. È anche intervento lirico pur senza sottrarsi alla
numerazione simbolica e al controllo formale. L’artista tende filamenti, tesse
tramature di raccordo e pacificazione, opera attingendo alle arcane civiltà
delle origini con sguardo tenace, con determinata volontà di ravvisare la
verità ed estrarla dalla congerie sovrapposta delle sedimentazioni. Risarcisce
oggetti ritrovati nella natura, sui quali il passo umano ha indugiato. I
‘materiali d’inciampo’ non a caso si mostrano e si manifestano nella loro vera
ontologia, quella che lo sciamano, il filosofo, l’artista hanno visto per primi
e della cui οὐσία continuano a rinnovare le storie.
Dino Ignani si inserisce completando una
trilogia dialettica nell’economia delle D I S S I M I L I T U D I N I . Aggiunge quelli
di Pizzi e di Tata ai ritratti d’artista della speciale galleria fotografica
che ravvisa l’indole attraverso i visi, le attitudini, il confronto tra i
soggetti attivi della creazione e gli esiti della stessa. Innesta dunque un
dialogo, si affianca come interlocutore-esegeta, registra il rapporto stretto
tra artefice e opera, attraverso una sorta di ricerca metalinguistica per
immagini. Osservatore-osservato-soggetto-atto-oggetto. La sua è un’indagine sul
senso dell’espressione e un’indagine su come far emergere, da ritratti
apparentemente terzi, il carattere morale, la presenza del qui e adesso, la
prospettiva della creazione futura, la transitoria sicurezza di chi manipola forme, materiali e
tenta un’affabulazione o esorcizza la precarietà. Ritratti intimi, morali,
conoscitivi sono costruiti con la politezza dello scatto che non si estenua
nell’estetismo autoreferenziale.
L’ulteriore
valenza della collettiva risiede nell’aver scelto le Scuderie del palazzo Chigi
Albani di Soriano nel Cimino come luogo espositivo allo scopo di individuare
anche nel confronto dialettico tra bene culturale architettonico e interventi artistici contemporanei un rapporto sinergico
finalizzato alla salvaguardia, alla tutela e ad una rinnovata fruizione del
patrimonio storico-artistico.
Salvatore Enrico Anselmi
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